CULTO DI HONOS



HONOS

Il Dio Honos, Onore, era raffigurato come un giovane, nudo o togato, armato di lancia nella destra, ma talvolta con un ramo d'olivo o uno scettro, e con una cornucopia nella sinistra.

Era particolarmente adorato dai soldati, considerato il Dio dell'onore militare e della moralità.
Spesso era accompagnato alla Dea Virtus. Onore e Virtù, le due qualità di un buon soldato.

Il culto di Honos fiorì particolarmente nella Roma repubblicana, dove erano presenti almeno due tempi dedicati ad Honos; il primo sulla via Appia, subito dopo porta Capena, da Q. Fabius Maximus Verrucosus nel 234 a.c. per glorificare la vittoria sui Liguri.

MARCO AURELIO DA UN LATO, HONOS DALL'ALTRO
Il tempio fu poi dedicato anche alla Virtus da parte di M. Claudius Marcellus (268 a.c. - 208 a.c.) e restaurato da Vespasiano (9 d.c. - 79 d.c.). Un secondo tempio dedicato a Honos stava sul clivio del colle Capitolino.

Un pannello dell'Ara Pacis Augustae, quello di nord-est, raffigura la Dea Roma seduta con alcune armi ai piedi, affiancata da Honos e Virtus, come dire  che l'impero romano si basava sull'onore e la virtù dei suoi sudditi.

Le prime raffigurazioni di Honos sulle monete comparvero in età repubblicana, con solo la testa di Honos, abbinata a quella della Virtus oppure da sola. Durante la monarchia la responsabilità era dei re, ma durante la repubblica era dei romani che dovevano difendere la madrepatria.

L'emissione del magistrato Fufius Calenus (... - 41 a.c.) arriva dopo la vittoria nella guerra Marsica combattuta tra i romani e la lega italica, in quanto ovviamente vinta dai romani.

VIRTUS CON LANCIA PARAZONIO
Honos ricomparve sotto Augusto sulle monete romane, su tre emissioni di denari e di un aureo. Augusto teneva particolarmente ai retti costumi e ai mos maiores, soprattutto per l'esercito a cui era demandata la salvezza di Roma e di tutto l'impero.

Poichè le monete erano un'ottima forma di propaganda, in quanto passavano per le mani di tutti, ricordare il culto di Honos significava invitare i romani a salvaguardare la propria dignità e il proprio onore, ma soprattutto i legionari a farsi onore nei combattimenti.

Galba (3 a.c. - 69 d.c.) introdusse Honos e Virtus sul rovescio della moneta, in piedi l'uno di fronte all'altra ognuno coi propri attributi, scettro e cornucopia per Honos, parazonium e lancia per Virtus, come si vede nella moneta qui sopra.

Il parazonium era una spada con punta non acuminata portata dai latini come distinzione sociale, generalmente portata a sinistra, quindi come seconda arma. Ricordare la virtù latina aiutava i latini a sentirsi romani.

Anche Traiano (53 d.c. - 117 d.c.) aveva una grande considerazione di Honos, anche perchè in fondo questo imperatore era più militare che civile, amava la compagnia dei militari, l'avventura e la sfida.

TEMPLUM HONORIS ET VIRTUTIS
Un sesterzio da lui emesso raffigura un tempio ottastilo con tre ordini di gradini, il tempio di Honos eretto sull'Appia, che Traiano fece restaurare tra il 107 d.c. ed il 113 d.c.

Infatti Honos compare anche su un pannello dell'arco di Traiano di Benevento, costruito attorno al
114 d.c. in occasione dell'apertura della via Traiana, una variante della via Appia che accorciava il cammino tra Benevento e Brindisi.

Un bassorilievo dell'arco raffigura Honos che presenta all'imperatore l'ufficiale addetto alla leva, come dire che Honos sceglie i militari e li ispira all'onore della battaglia.

In questa rappresentazione Honos tiene una cornucopia ed è accompagnato dalla Dea Roma.

Marco Aurelio (121 d.c. - 180 d.c.) fece grande uso dell'immagine di Honos, raffigurato con una larga toga, con cornucopia e ramo d'ulivo.

Dal punto di vista stilistico, Honos viene raffigurato sulle monete con diverse tipologie.

In epoca repubblicana e sotto Augusto prevale la raffigurazione al dritto della moneta, da sola o affiancata a quella della Virtus.

Con Galba, è a figura intera, fronteggiante la Virtus, sul rovescio e ognuno con i propri attributi.
Con Antonino Pio (86 d.c. - 161 d.c.) e soprattutto con Marco Aurelio, Honos acquista il ruolo principale e compare da solo sui rovesci delle monete, senza scettro ma col ramo d'ulivo.

E' il mito della Pax Romana, simboleggiata dal sacro ulivo che è anche però il simbolo di Minerva, Dea della saggezza ma pure della battaglia.

Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE


BIBLIO

- Samuel Ball Platner - Honos et Virtus - Topographical Dictionary of Ancient Rome - completato e rivisto da Thomas Ashby - Oxford University Press - Londra - 1929 -
- Plinio - Naturalis Historia - XXXV -
- Cicerone - De natura deorum - II -


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